Simona la tigrottina del surf
Prende la tavola e guarda il mare, grande immenso mare! Ci vuole rispetto quando entri in acqua, pensa Simona. Le onde sono grandi e forti ed io con umiltà inchino il mio capo, di fronte a te mare, fonte di vita! Un respiro profondo e viaaaaaa sulle onde!
Bilanciare bene il peso, un’ occhio alle onde, l’altro alle zampe sulla tavola. Brrr che bello quest’aria fresca sul muso, sembra quasi di volare, come loro i gabbiani, a proposito, ma quello che fa….no è Scrocco, noto ai serfisti per scroccare un passaggio sulle loro tavole.
No Scrocco, no per favore che cadiamo tutti e due nooo
Splassss Simona e Scrocco finiscono tutti e due sulla spiaggia, con le zampe in aria. Simona recupera la tavola spiaggiata e con la coda da un buffetto sulla testa a Scrocco.
-Simona: ti avevo detto di stare lontano, visto siamo caduti tutti e due!
Scrocco si pulisce le piume, non la guarda e vola via.
Uffa adesso mi tocca ricominciare da capo, pensa. Entra in acqua e lascia scivolare la tavola sul mare, con un salto balza sulla tavola ecco un’altra onda, è un po’ piccola ma va bene, può portarmi verso le onde più grandi. In lontananza vede i suoi amici che volano sulle onde come lei, oggi è una bella giornata di vento, essenziale per avere belle onde!
Le zampe ben stabili sulla tavola, bisogna mantenere l’equilibrio, le onde ti portano in alto e poi in basso, ti agitano a sinistra e destra, il vento lo tagli con le zampe superiori, devo trovare la posizione giusta per fendere l’aria, mi aiuterà. Il profumo della salsedine è inebriante, vai Simona stai andando forte, gli altri sono verso le onde più grandi, voglio raggiungerli! Il vento adesso è più forte, il mare è vivo è davvero un’ organismo vivente, lo sento che mi sostiene e mi sfida.
Non credere agita pure la tua schiena balena gigante, posso farcela!
I suoi amici così chiamano il mare “balena gigante”, le piace anche a lei, sembra davvero una balena, si agita, poi è calmo, sbuffa ed ha mille riflessi sulla pelle adesso azzurra, grigia, blu.
Vedo i miei amici bene, mi sono avvicinata, il vento è sempre più forte, queste onde sono sempre più alte, devo guardare avanti non in basso, l’ acqua che mi arriva sul muso è fredda! Brrr!!!
Ho raggiunto i miei amici, dai che brava, super tigre che forza!! !
-Simona: Rafael, Lussy, Gio, visto che sono arrivata anch’io!
I suoi amici le fanno un cenno che le zampe, Rafael il leone e Lussy la leonessa sono girano il mondo per la difesa dei mari e lo fanno con il surf. Gio il giaguaro è da sempre sulle onde, si dice che abbia cominciato prima a stare su una tavola che zampettare sulla terra ferma!
Un grande onda si sta avvicinando, tutti e quattro la osservano arrivare, devono prepararsi a cavalcarla senza cadere, restare sott’ acqua non è piacevole e se colpisci una roccia, ancora meno, sai che male!! Eccoli a turno entrano nell’onda, è una salita rapida, in poco tempo dal livello del mare Simona è a due metri d’altezza.
Che emozione! Non ha il tempo per guardare gli altri, deve fare attenzione, mare grande balena azzurra, quanto sei forte, ma, anche capriccioso, cambi umore in un solo momento! Cavalcare le onde è diventare parte del mare, Simona lo sa bene, però le onde sono sempre più agitate. Continua a cavalcare l’onda, corre sul suo dorso, gli altri vanno sempre più al largo, li vede allontanarsi, l’acqua è sempre più fredda e agitata, ci vuole molta forza nelle zampe per restare in bilico sulla tavola!
Il vento sta cambiando, pensa Simona, adesso è freddo, sta arrivando un’ onda troppo alta per me e mi porterebbe troppo al largo, meglio tornare a riva. Adesso Simona è grande, sa che molti amici della giungla dipendono da lei, cura i denti e con elefanti e ippopotami mica è facile, sorride, ci vuole un bel coraggio anche a fare quello!
Serena torna verso la riva, guarda i suoi amici lontani , però si accorge che anche Gio è tornato riva, le mette una zampa intorno alle spalle.
-Gio: sei stata bravissima amica mia, ci vuole coraggio anche per sapere quando è meglio tornare a riva, il mare ti sfida e insegna, non lo fa per sfidarti come crediamo noi è la sua natura e basta!
Simona lo guarda e sorride, si lo pensa anche lei!
-Simona: conosco il mare, meglio dovrei dire dopo tanti anni sto ancora imparando a conoscerlo, niente è come sembra sulla superficie!
Allunga le zampe e si sdraia a terra a guardare il cielo.
-Simona: ho dato pure un passaggio a Scrocco oggi.
Gio ride a bocca aperta, e le strizza un occhio, se Scrocco ti prende un giro sulla tua tavola, sei un viaggiatore delle onde, questo si dice a Baia Maia!
Stella Romanelli
FRAPPE’ E LE PULCI CACCIAVELOCE
Oggi nella foresta c’è qualcosa di strano! Un certo movimento fra i suoi abitanti. Chi si gratta addosso agli alberi, chi a turno con un amico, tutti si stanno grattando!!!
I saggi della foresta sono stati convocati, la faccenda è seria, non si può fare nulla se tutti sono impegnati a grattarsi!
Frappè con la sua borsa cammina tranquillo verso il punto d’incontro, i saggi della foresta compreso lui, dovranno trovare una soluzione, l’appuntamento è sotto la grande quercia.
Un cerchio formato da sacchi di foglie è stato preparato, un fuoco caldo al centro con del succo di bacche a scaldare, e Gerardo il gufo saggio, seduto sotto la grande quercia.
Ha gli occhi chiusi, medita e comunica dentro il suo cuore con la Madre Terra, per chiedere una soluzione in pace con tutti gli esseri, perché ogni forma di vita, piccola o grande che sia fa parte della natura e Madre Terra ha il potere di far prosperare o finire una specie o semplicemente di trovare una soluzione giusta per tutti.
Mentre cammina Frappè è fermato da Nilo il gatto, un famoso cantante della foresta, gira sempre con la sua chitarra a tracolla con impressi i baci delle sue mice ammiratrici!
-Nilo: Frappè mi devi aiutarrre, non rrriesco più a muoverrrmi, devo farrre una serrrata e continuo a grrratarmi!
Dicendo questo Nilo si dà una forte grattata dietro l’orecchio con la zampa posteriore, la chitarra trema tutta e lui la guarda con preoccupazione.
Frappè prende la borraccia di sughero, beve un sorso di succo di carote, poi estrae dalla borsa un sacchetto di tela, dentro c’è della terra chiara è argilla e la mette nelle zampe di Nilo:
-Frappè: metti questa argilla sul tuo corpo e strofinala, non è una soluzione permanente, comunque per la serata dovresti stare tranquillo!
Nilo prende l’argilla e la distribuisce su tutto il corpo, dalla sua espressione il sollievo è evidente! Nilo con le sue rime, la sue erre francese incanta tutte le mice della foresta e arrivano anche da altri territori per ascoltare le sue canzoni, il suo successo maggiore è “Salta la Luna”.
Tutti i saggi sono adesso arrivati sotto la grande quercia, prendono i loro posti, una tazza di legno con del succo caldo di bacche e guardano in direzione di Gerardo. Il saggio Maestro di Frappè viene chiamato dagli altri saggi anche Leon perché ha la forza ed il coraggio di un leone, con la saggezza di un gufo.
Seduti in cerchio Frappè, Anselmo, Samanta, Babi, Sandra, Toni, Perri, guardano Leon, aspettando che apra gli occhi.
Leon apre gli occhi, guarda tutti i presenti con un leggero sorriso, con i suoi grandi e profondi occhi vede tutto ciò che anima i loro cuori.
-Leon: amici cari, oggi dobbiamo affrontare un problema serio, come avete potuto vedere, nella foresta sono arrivate le pulci cacciaviaveloce, un razza molto fastidiosa per tutti noi. I contatti sono limitati per contenere la loro diffusione, adesso per salutarci non possiamo abbracciarci o stringerci la zampa, dobbiamo mettere una zampa sul cuore, come segno di saluto. Il grattarsi continuo porta a segni sulla pelle e tutti noi stiamo curando questi segni, unguenti e creme di piante hanno un potere lenitivo, l’argilla blocca per poco le pulci, chiedo dunque a tutti voi di fare delle proposte, io ho parlato con Maura, il nostro sindaco. Come tutte le volpi è furba e sa che l’unione fa la forza, non dobbiamo essere separati, ma, più uniti che mai.
Messe a terra le tazze, i nostri amici si guardano fra di loro, Babe la cicogna dottoressa, prende la parola:
Babe: io sono giorni che dormo poco o niente, continuano ad arrivare amici della foresta con queste pulci…al centro guarigione facciamo di tutto, l’argilla è uno dei metodi migliori, però dura poco, la cosa migliore è la pulizia. Poi spariscono e tutti guariscono, però è faticoso!
Dicendo così si passa un’ala sulla testa, in segno di stanchezza. Frappe gli sorride e gli passa una noce, a volte un piccolo gesto fa tanto!
-Anselmo: io ho grande difficoltà a lavorare, rimettere a posto le storte e le contratture senza toccare il mio paziente è impossibile, li faccio lavare bene nel laghetto, però ho preso un bel raffreddore, con tutta questa umidità.
Dicendo così si soffia il naso sopra una grande foglia, tutti i colleghi sorridono, fortuna che Anselmo strappa sempre una risata.
Frappè si alza in piedi e guardando prima Leon poi tutti colleghi, comincia a parlare. E’ molto rispettato da tutti, la sua saggezza, la sua conoscenza e la sua genialità nel creare soluzioni creative per tutti lo portano ad avere la stima e l’affetto di tutti!
-Frappè: come ci ha suggerito Leon la cosa migliore è proporre delle soluzioni, fuggire dalla foresta e portare le pulci ad altri amici in altre zone non è giusto. Io pensavo di chiedere a Madre Terra una soluzione per far andar via le pulci da un’altra parte, dove non posso fare del male a nessuno!
Fra i presenti un certo mormorio, Frappè si siede. Le soluzioni migliori nascono proprio dalla diversa esperienza dei presenti e dai loro caratteri, comunque mettere tutto ciò insieme non è semplice perché o niuno di loro vede la propria soluzione come la migliore.
-Perri: mi conoscete tutti, sono Perri il puma, generale delle forze armate della foresta ed io dico, la forza si combatte con la forza, mandiamo loro degni avverrai, per esempio le cicale trombetta, non fanno del male a noi e mangiano le pulci, che ne dite!
Dicendo questo si alza trionfante su due zampe, davanti a tutti.
Toni il cervo scuote le corna a destra e sinistra, per dire no.
-Toni: in teoria è una bella idea, però le cicale mordono e lascerebbero il segno dei morsi sulla pelle, poi mangiano i raccolti, i nostri contadini hanno il grano pronto per essere raccolto. Io insegno a trovare sentieri nuovi e conosco bene il nostro territorio, vi assicuro che farebbero più danni che bene!
Dicendo questo Toni si accuccia con la sua solita regalità. Perri lo guarda a baffi dritti, indispettito.
-Sandra: come sapete io lavoro in molti territori e viaggio sempre, il suggerimento di Frappè è giusto, dobbiamo trovare il modo di mandarle dove non faranno danni, tutto esiste in natura per un motivo, lasciamo che Madre Terra ci indichi la strada!
Dicendo questo Sandra si rimette seduta e Frappè gli strizza un occhio, si conoscono da una vita, hanno condiviso gli studi ed hanno lo stesso approccio nel loro lavoro!
-Samanta: le erbe della foresta mi stanno aiutando molto, gli impacchi aiutano i nostri amici, però le pulci non si staccano, come ha detto Babi la pulizia le fa andare via, ma, è un processo lungo e richiede tempo, noi di tempo ne abbiamo poco, le attività della foresta non si possono fermare!
Una volta seduta al suo posto prende dalla sua borsa delle pietre colorate, le appoggia a terra e ne butta una nel fuoco. Una grande fiammata viola brucia forte, il fuoco prende vita e Leon si alza e si mette davanti a lui. Leon conosce il linguaggio degli elementi: terra, acqua, aria, fuoco le basi della vita sulla terra.
Chiude gli occhi, chiede a tutti i presenti di chiudere gli occhi e comincia a parlare:
-Leon: Madre Terra aiutaci in questo momento così difficile, abbiamo rispetto per tutte le forme di vita, anche per le pulci, loro hanno la loro vita noi la nostra.
Detto questo una nebbia rosata dal profumo di fragole scende in tutta la foresta, lentamente dagli animali si sollevano le pulci e come delle nuvole nere sono sollevate in alto, in alto, sempre più in alto.
Queste nuvole nere cominciano a viaggiare e nel fuoco si forma l’immagine del luogo dove stanno andando. Le nuvole nere arrivano nel grande deserto Saar, e cadono sulla sabbia, a contato con la sabbia si straformano in piccole pietre dorate e luccicanti. Un vento caldo e forte le spazza via, trasformando le pietre in un canto, le piccole pulci adesso sono il canto del deserto. Ogni sofferenza si può trasformare in un canto di saggezza, un canto infinito di vita, la vita, tutto si trasforma e cambia nella forma, l’essenza della vita è eterna!
Tutti i presenti a quelle immagini sono commossi, che bellezza! Si alzano salutano Leon stringendo le sue ali sagge, Frappè lo abbraccia forte, lui sarà sempre il suo insegnate!
Frappè torna alla sua tana-studio, alcuni amici lo aspettano, fra cui Nocciolina è tutta contenta, gli racconta le ultime novità. Dovendo stare nel suo albero ha avuto più tempo per intagliare i gusci di noci è molto brava in questo, ne ha fatto uno con una bella nave sopra, lo ha saputo un bello scoiattolo appassionato di navi come lei e ….che dire, adesso Nocciolina lo aiuterà a costruire una nave loro, il loro progetto!
Frappè sorride a queste parole, la saggezza di Madre Terra è infinita, anche nelle situazioni più difficili trova il modo per aiutarci a realizzare i nostri sogni.
Tutto si trasforma, pensa Frappè lanciando fuori dalla finestra un piccolo oggetto volante, fatto di tela e legno, lui ama molto volare, gli piacerebbe, chissà se un giorno realizzerà anche il suo di sogno!
Stella Romanelli
Chuenà e il papiro delle risate
- Chuenà: La statua l’abbiamo ridecorata. Il miele l’abbiamo già preso ieri e non mi diverto neanche più a nascondere le bende ad Imob, per le mummie.
Chuenà guarda sconfortato il fratello. Già la faccenda è seria, dopo mille scherzi fatti i due monelli non sanno più cosa inventarsi per far passare il tempo.
Nef ha ascoltato le parole del fratello, ma non era molto attento. Sembrerebbe quasi, quasi, distratto da qualcosa. Ma cosa?
Chuenà gli sventola le dita della mano destra davanti agli occhi. Forse questo può servire per riavere la sua attenzione.
- Nef: Sì scusa è solo che ripensavo ad una cosa che ci aveva spiegato Imob un po’ di tempo fa. Riguarda un’ antico papiro.
A questo punto Chuenà sgrana gli occhi e scruta il viso del fratello.
- Chuenà: Un papiro antico? Dico io parlo di divertirci un po’, di fare un po’ di casino. Non riesco a capire come ci possiamo divertire con un’ antico papiro!
Chuenà va avanti e indietro sulla sabbia, con le mani dietro la schiena.
- Nef: Se vai avanti così farai una buca. Non mi hai lasciato finire di parlare.
Chuenà si gira di scatto e mette le mani sulle spalle del fratello.
Chuenà: va bene dimmi, sono davvero curioso di saperlo, ma…..se è davvero una cosa divertente-diverte, prometto di stare tutto un pomeriggio su di un piede solo. Per mille papiri, lo faccio!
I due piccoli egiziani trovano dunque un posto per poter discutere sul piano. Bisogna organizzarsi per ritrovare questo tesoro!
Nef: ben, siamo all’ombra della palma, nessuno ci sente ecco quello che mi ricordo: Imob disse che la più piccola delle tre piramidi, qui sulla piana di Giza, contiene un segreto.
Alla base della piramide, in una delle pietre alla base c’è il papiro ma nessuno sa qual è la pietra e come prendere il papiro.
Chuenà: ma perché è così importante? Caspita davvero non mi ricordo che l’ ha spiegato!
Nef: lo ricordo perché dopo la lezione sentii dire a Imob che questo papiro contiene una formula magica che fa ridere tutti per tanto tempo.
Chuenà: fa ridere tutti, a proprio comando, per tutto il tempo che si vuole?
Chuenà è felicissimo. Il suo viso è raggiante di Gioia. Poter far ridere tutti a proprio comando, per loro, significa far scoppiare a ridere durante i momenti seri. Tipo: interromperne quelle lunghe cene con delegati stranieri, le lezioni con Imob, e soprattutto…..far ridere mamma e papà quando li vogliono sgridare.
- Chuenà: Uau Nef stavolta l’ hai pensata davvero bene! Ma sai quante cose possiamo fare con quel papiro.
Questa volta Nef e Chuenà sono perfettamente d’accordo. Il sopracciglio destro alzato e lo sguardo birichino. Mille scherzi sono già presenti nella loro mente, con questa novità.
Assicurandosi quindi di non essere seguiti da nessuno vanno a prendere Bob. Il piccolo cammello è compagno di mille avventure e li porta sulla sua schiena dondolando.
Chuenà: da bravo Bob facci salire che la terza piramide è lontana.
Detto ciò i due bambini accarezzano il manto morbido e color crema del dolce animale. Con le sue lunghe ciglia nere, Bob segue i loro movimenti. Il cammello è contento, sta per partecipare ad un’altra avventura con i due monelli.
- Chuenà: Ok adesso che siamo in groppa a Bob. Oh, come traballa!! Sono sballottato a destra e a sinistra!
Vedendo Chuenà che non riesce a parlare per il dondolio del cammello, Nef si mette una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere.
- Chuenà: Se hai finito di ridere possiamo andare!
Chuenà risponde indispettito alle risa del fratello.
Fra risate, voglia d’avventura e il l’ondeggiare del cammello, i due partono verso la piccola piramide.
La prima che superano è la prima, la più grande. Lento Bob con la sua dolce andatura li porta verso la seconda ed ecco che arrivano alla terza.
- Chuenà: Bravo Bob come sempre ci possiamo fidare di te. Adesso alla ricerca!
- Nef: Ben detto Chuenà!
Scesi dal cammello, che si è chinato per agevolare la loro discesa, Chuenà e Nef si avvicinano alla piccola piramide. Toccano tutte le pietre, alla base della costruzione.
-Nef: Imob mi ha detto che il nascondiglio è dentro ad una pietra che tocca la sabbia.
- Chuenà: Non ti ha detto nient’altro?
Chuenà con fare interrogativo controlla tutte le pietre.
- Nef: Sì adesso mi ricordo ha detto che a sorvegliare quella pietra c’è un’ape!
- Chuenà: Bene alla ricerca dell’ape!
Chuenà alza le braccia esultante. Che Gioia che emozione, stanno cercando un’ antico papiro. Riusciranno trovare il loro tesoro?
Cerca e cerca, le ore passano. Bob annoiato sbadiglia, spostando velocemente la testa, disturbato da un’ insetto.
Intanto Chuenà e Nef sono sdraiati sulla sabbia, con la testa appoggiata alla piramide.
- Chuenà: Ma che cos’ ha Bob perché muove così la testa?
Dopo aver detto queste parole Chuenà allunga la testa verso Bob, strizza gli occhi e osserva bene l’insetto.
- Chuenà: E ‘un’ape l’abbiamo trovata!
- Nef: Per meglio dire l’ ha trovata Bob!
Sottolinea Nef.
- Nef: Ehi guarda l’ape si sta dirigendo verso di noi. Scappiamo!
Nef non fa in tempo a finire la frase che l’ape è già vicina a loro. Si alzano di scatto e corrono veloci a nascondersi dietro a Bob.
Chuenà si alza in piedi ed indica, con un braccio teso, una delle pietre.
- Nef: Guarda dove si è posata l’ape. C’è un geroglifico che rappresenta un’ape in volo.
I due piccoli si abbracciano dalla Gioia e girano in tondo.
Seduti a carponi davanti alla pietra, con le dita cercano, di tirarla verso di loro.
Nef: caspita come pesa!
Chuenà: per mille papiri, ci sarà pire un modo più facile!
Detto questo Chuenà prova a spingere il geroglifico dell’ape e…..improvvisamente ecco che la pietra si apre. Come un baule.
Chuenà e Nef guardano dentro. Nef allunga un braccio e prende il papiro! Finalmente hanno trovato il sospirato tesoro!
- Chuenà: Dai apri il papiro Nef, prova a leggere, se rido a crepa pelle, vuol dire che la leggenda che ci ha raccontato Imob è vera.
Nef legge a bassa voce, poi prima di rileggere, parlando più forte, ricorda al fratello la promessa fatta. Con un’espressione di soddisfazione.
-Nef: Sì direi che la formula è questa! Adesso devi rispettare la promessa e un giorno di questi starai in equilibrio su di un piede. Tutto il pomeriggio.
- Chuenà: Ne è valsa comunque la pena, se penso a tutti gli scherzi che ci faremo, con questa formula. Vale bene un pomeriggio su un piede solo!
Formulando questa frase Chuenà mette le braccia conserte sul petto. E’ deciso!
- Chuenà: Va bene prendimi pure in giro, ma adesso leggi!
- Nef: Mm qui oltre alla formula c’è scritto che c’è un rito da compiere.
- Chuenà: Cioè?
- Nef: Dunque…. La prima volta che leggiamo la formula dobbiamo aspettare che tutti dormano. Ci deve essere il cielo limpido e dobbiamo accendere una candela.
- Chuenà: se è tutto qui è facile. Stanotte quando si saranno tutti addormentati, reciteremo la formula nella grande sala delle udienze. Così sentiremo meglio tutte le risate in tutto il palazzo!
Deciso così risalgono sulla groppa di Bob, che si avvia con facendo un sonoro sbadiglio.
Lento e tranquillo l’animale rifà la strada al contrario.
La piccola piramide è ora alle loro spalle, sia avvicina alla seconda piramide e la supera, ed eccoci alla terza, la grande. Superata anche questa, ringraziano Bob. Una carezza ed un dattero da parte di ciascuno è il dovuto al garbato animale, che cavalca le dune del deserto.
- Cleo: Voi due dove siete stati?
Appena rientrati i piccoli egiziani vengono ripresi dalla voce di Cleo. Lei è la loro tata.
-Cleo: Adesso andate a mangiare, poi date la buona notte al faraone e alla regine e…a dormire!
Chuenà e Nef sono troppo contenti per brontolare o tentare di fuggire. Nascosto il papiro sotto il copricapo, Chuenà raggiunge Nef a mangiare.
Calata la notte il silenzio domina sovrano.
Chuenà: Nef andiamo è ora.
Nef: ok ci sono.
Chuenà e Nef con la pergamena in mano, scendono dal letto e vanno nella grande sala. Fuori dalla finestra il cielo è limpido. Hanno preso una candela e l’ hanno accesa, cercando di fare molta attenzione. Hanno sempre presenti le parole di Imob “non si gioca con il fuoco, lui brucia tutti e tutto!”.
Le voci dei piccoli viaggiano per le stanze del palazzo. Lentamente le parole magiche si diffondono, ma ancora niente.
- Nef: Ma……non succede niente?
Esclama Nef. Le risate sono ancora troppo lontane perché le possano udire.
Nef porge l’orecchio per sentire: niente!
Niente 1, niente 2, niente 3, niente 4.
-Ah, Ah, Aah,……
Le risate adesso sono forti.
- Chuenà: Funziona!
Urla felice Chuenà.
- Ah,Ah,Ah,……….
Il faraone si avvicina ai piccoli.
- Faraone: Ah,Ah che ridere! Voi due perché siete qui e non a letto? Ah,Ah,Oh, Ohi. Dovrei essere arrabbiato
ma mi viene troppo da ridere! Chuenà e Nef si guardano contenti, funziona davvero bene. Loro padre non riesce a sgridarli per il gran ridere. Adesso hanno a disposizione un valido aiuto per farla franca!
Sfuggendo al padre, che continua a ridere, tornano a letto. Rileggono la formula e il silenzio torna nel palazzo.
Al mattino mentre fanno colazione, arriva il faraone. Li saluta e li abbraccia.
-Faraone: Sapete cari figli questa notte ho fatto uno strano sogno. Tutti nel palazzo ridevano, tranne voi due, ed io non riuscivo a sgridarvi dal gran ridere che mi veniva.
Chuenà e Nef si guardano strizzandosi un’ occhio e rispondono al faraone con un grande sorriso.
- Chuenà-Nef: Ma guarda che strano sogno. E’ davvero strano! Invece noi due abbiamo dormito come sassi.
E dicendo questo, ridono con fare birichino, sotto lo sguardo perplesso del faraone, a cui non resta che: riderci su!